• 11 Dicembre 2017
  • 11:30/ 14:30
  • Aula Magna, Edificio U6

Convegno organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza

Lunedì 11 dicembre 2017, ore 11:30

Martedì 12 dicembre 2017, ore 09:30

Il tema Città, cittadini, conflitti consente di esaminare un ampio ventaglio di problematiche connesse all’idea della “città che cambia”, intesa come un corpo vivo in continua mutazione che non si lascia facilmente guidare nel suo sviluppo secondo la logica di una pianificazione imposta dall’alto per mezzo di regole politiche, economiche, sociali e giuridiche.
Le sollecitazioni che provengono quotidianamente dalla realtà – si pensi a titolo di esempio al dibattito sullo ius soli e sugli accresciuti poteri di ordinanza dei sindaci – evidenziano la necessità di ripensare il rapporto tra la città come spazio architettonico, urbanistico, paesaggistico e come aggregato di persone (singoli cittadini, gruppi, istituzioni).
I decisori politici devono saper gestire quotidianamente una realtà urbana che si fonda su contraddizioni e conflitti che possono scaturire da fenomeni come – ad esempio – l’immigrazione, la globalizzazione economica, il progresso tecnologico.
E’ in tale contesto che emergono nuove modalità del vivere insieme, dell’essere appunto cittadini, sotto i profili contrapposti dialogo-non dialogo, inclusione-esclusione, uguaglianze-diseguaglianze, socialità-estraniamento, ecc.
Di fronte ai problemi posti dal vivere in comune nella città, il giurista può svolgere un ruolo fondamentale nell’indirizzare la riflessione sugli strumenti più utili per prevenire e gestire i conflitti che potrebbero sorgere, ad esempio, in tema di spazi e diritti di cittadinanza, oppure in relazione ai rapporti fra autorità e individuo.
Il tema proposto si presta ad essere esaminato in un’ottica multidisciplinare e comparatistica, coinvolgendo trasversalmente diversi settori del diritto e materie quali, la storia e la filosofia, la criminologia, l’architettura e l’urbanistica, la sociologia e la demografia.
Proprio il ricorso alle diverse branche del sapere umano consente di realizzare come ci siano diversi modi di intendere e vivere la città oggi, connessi fra loro ma non sempre armonici. Le città moderne dell’era della globalizzazione sono luoghi dove convivono idee e culture diverse spesso in conflitto fra loro. Ma la stessa cosa si può dire delle città del passato, della polis greca, della civitas romana, del comune medievale, della città borghese dell’Ottocento e del Novecento. Le città sono sempre state luoghi di aggregazione e contemporaneamente di conflitti, che potevano sfociare in scontri violenti oppure limitarsi ad assumere la forma del confronto e del contraddittorio pacifico. Una cultura egemonica – sul piano delle regole del vivere insieme, della politica, del diritto, dell’economia, ecc. – c’era nelle città del passato e c’è in quelle moderne. Allo stesso tempo, però, le città di ieri e quelle di oggi sono accomunate dal fatto di presentare al loro interno la compresenza fra popoli, religioni, idee, conoscenze e valori diversi. Nella storia europea la città non è mai stata realmente il luogo dell’armonia e della pace, bensì quello delle contraddizioni e delle crisi, dei contrasti e dei confronti. Proprio questo aspetto è stato ed è tutt’ora la forza propulsiva dello sviluppo della civiltà cittadina: è in questo magmatico ambiente urbano connotato dalla presenza di diverse anime che si è sviluppato il sapere in tutte le sue forme, che l’uomo-cittadino ha iniziato a darsi delle regole per disciplinare il vivere in comune (regole morali, religiose, giuridiche, economiche, scientifiche, politiche). Le città sono state e sono i luoghi per eccellenza del pluralismo e conseguentemente dei dibattiti, delle discussioni, dei conflitti, da considerare in un’accezione non necessariamente negativa – come scontro – ma al contrario per lo più positiva, come momenti di incontro da cui è scaturita tutta una serie di ricadute creative e innovative. La cifra distintiva della civiltà cittadina è il confronto sviluppatosi in luoghi pubblici e privati (agorà greca, basilica romana, chiesa cristiana, arengo comunale, università, accademie, clubs, tribunali, parlamenti, giornali) e da cui sono sempre scaturite idee dalla portata universalistica e globale.

MAGES riconoscerà i CFU nella misura prevista dagli organizzatori, a seguito di presentazione di esposto presso la Segreteria Studenti insieme all’attestato di partecipazione.

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